IL MOVIMENTO
Il movimento è la risposta motoria ad un’eccitazione nervosa.

 

Il sistema nervoso centrale e periferico intervengono in modo diverso a seconda delle attività motorie, da ciò si distinguono diversi tipi di movimento:

 

movimenti volontari;
movimenti involontari,
movimenti automatici,
movimenti associati,
movimenti riflessi;
movimenti istintivi,
movimenti spontanei;
movimenti impulsivi
movimento ginnastico;

 

 
MOVIMENTI VOLONTARI
Rappresentano una libera espressione del soggetto che è pienamente consapevole e vuole questa azione motoria.
 
Schematicamente lo si può descrivere nel seguente modo:

 

Un impulso volontario, rappresentato da un’immagine mentale motoria o schema ideomotorio, mette in funzione il centro corticale, cerebrale, da esso parte l'impulso volitivo propagandosi, per mezzo dei nervi efferenti e neuromotori, fino a raggiungere la placca motoria terminale delle fibre di uno o più muscoli, ove provoca, attraverso un processo fisio-chimico, la contrazione, ossia la trasformazione dell'energia potenziale in movimento voluto.
 

In base alla durata, velocità, tensione muscolare, impegno, energia, gravità ed inerzia il movimento volontario può essere:

 
Lento quando ha lunga durata;

Rapido quando è eseguito con la massima velocità;

Di scatto quando ha rapida esecuzione iniziale;

Tronco quando ha arresto brusco;

Energico quando richiede massima vigoria;

Blando quando richiede scarsa tensione muscolare;

Moderato quando ne richiede una quantità modesta;

Intenso quando ne richiede grande quantità;

Violento quando ne richiede la massima quantità;

Abbandonato quando è soggetto alla forza di gravità e all'inerzia.

 

 
 
MOVIMENTI INVOLONTARI
Sono quelli relativi alla vita vegetativa, generati da lente contrazioni dei muscoli lisci, appartenenti all'apparato respiratorio, circolatorio, digerente ed urogenitale.
 
 
 
L'azione di questi movimenti interessa l'educazione fisica soltanto indirettamente, infatti l'esercizio ha importanza anche nei riguardi della regolazione delle funzioni vegetative che sono in armonia con il lavoro fisico.

 

 
 
MOVIMENTI AUTOMATICi
Quando il movimento volontario per effetto delle continue ripetizioni, perde il controllo dell'attenzione e della volontà e passa quindi dal controllo corticale a quello sottocorticale, diventa automatico.
 
 

I movimenti automatici sono particolarmente utili, perché permettono di economizzare energie nervose che possono essere diversamente impiegate.

Se ne avvale in particolar modo la pratica sportiva per l'acquisizione dello stile e della tecnica.

 

 
 
MOVIMENTI ASSOCIATI
Detti movimenti se utili si dicono sinergie, se dannosi si dicono sincinesie.
 
 
Tutti i movimenti volontari, per effetto di una dispersione di impulso nervoso, dovuta a volte a scarsa educazione neuro-psichica ed ad una non efficiente coordinazione muscolare, originano movimenti associati.

 
 
MOVIMENTI RIFLESSI.
L'origine di detti movimenti è a livello midollare e solo in alcuni casi può essere interessata anche la corteccia.

 
 
Il movimento riflesso avviene quando ad uno stimolo sensitivo si ha un’immediata reazione che si manifesta con un movimento del tutto estraneo alla volontà.

 
Oltre ai riflessi semplici ci sono quelli condizionati (Pavlov.).

I riflessi condizionati sono educabili, quelli semplici sono inibibili.

 

 
MOVIMENTI ISTINTIVI
Sono quelli che il bambino, subito dopo la nascita, compie senza educazione motoria alcuna.
 
 
Essi acquistano lentamente una graduale evoluzione man mano che la sfera psico-fisica acquisisce conoscenze dirette alla vita.

 
 
MOVIMENTI SPONTANEI

 
 
Sono quelli che il soggetto assume con la massima naturalezza e libertà possibile, senza il concorso della volontà o di sollecitazioni esterne.

 

 
 
MOVIMENTI IMPULSIVI
 
 
Sono quelli che sono effettuati subitaneamente senza riflessione alcuna; denotano una certa mancanza di potere di inibizione.
 
 
 
MOVIMENTO GINNASTICO.
E' l'azione consapevole e volontaria che permette al corpo umano di poter svolgere attività motorie a scopo educativo, attraverso un meccanismo neuro-muscolare.
 
I movimenti ginnastici possono essere classificati secondo diversi criteri:
 

a). Considerati in rapporto alla causa che li determina:

Attivi: quelli generati dalla volontà del ginnasta;

Passivi: quelli provocati dalla forza di gravità, dall'inerzia o da forze estranee (compagno, operatore).

 
b). Considerati in rapporto allo spazio:

Eseguiti sul posto;

Di traslocazione.
 

c). Considerati in rapporto alle parti del corpo interessate:

Semplici: effettuati da un solo segmento o da segmenti omologhi e che non possono essere scomposti in movimenti di diversa natura;

Composti: effettuati da un solo segmento o da segmenti omologhi e prodotti da due o più azioni contemporaneamente (flessioni avanti e rotazioni del busto);

Combinati: effettuati da due o più parti diverse del corpo nello stesso tempo (piegare le gambe e slanciare le braccia in alto).

d). Considerati in rapporto alla loro ripetizione durante l'esecuzione:

Continui o di seguito: si ripetono continuamente nella stessa direzione;

Successivi: si ripetono in direzioni diverse ritornando dopo ogni movimento alla posizione iniziale;

Alternati: si ripetono da una direzione a quella opposta direttamente senza arresto nella posizione Intermedia.

 
e). Considerati in rapporto alla forma:

Analitici: localizzati in una prestabilita parte del corpo, senza l'intervento di altre che devono essere immobilizzate (flessioni, estensioni, elevazioni);

Sintetici: eseguiti con continuità seguendo andamenti curvilinei (oscillazioni, circonduzioni, spirali),
Globali: impegnano l'intero sistema muscolare interessando tutte le parti del corpo (es. ai grandi attrezzi, giochi, sport).