Allora udii una gran voce nel cielo che diceva:
"Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo, poiché è stato precipitato l'accusatore dei nostri fratelli, colui che li accusava davanti al nostro Dio giorno e notte. Ma essi lo hanno vinto per mezzo del sangue dell'Agnello e grazie alla testimonianza del loro martirio, poiché hanno disprezzato la vita fino a morire. Esultate, dunque, o cieli, e voi che abitate in essi. Ma guai a voi, terra e mare, perché il diavolo è precipitato sopra di voi pieno di grande furore, sapendo che gli resta poco tempo" Ap. 12,7-12. Per i cristiani, quindi, l'Arcangelo S. Michele
è considerato come il più potente difensore del popolo
di Dio.
L’Arcangelo viene riconosciuto anche come guida delle anime al cielo. Questa funzione di S. Michele è evidenziata nella liturgia romana, in particolare nella preghiera all'offertorio della messa dei defunti: La tradizione attribuisce a San Michele anche il compito della pesatura delle anime dopo la morte. Perciò in alcune sue rappresentazioni iconografiche, oltre alla spada, l'Arcangelo porta in mano una bilancia. Inoltre nei primi secoli del cristianesimo specie presso i bizantini San Michele era considerato come medico celeste delle infermità degli uomini. Egli veniva spesso identificato con l'Angelo della piscina di Siloe di cui si parla nel capitolo 5 del vangelo di S. Giovanni: "V'è a Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, una piscina, chiamata in ebraico Betzaetà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un gran numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici. Un Angelo infatti in certi momenti discendeva nella piscina e agitava l'acqua, il primo ad entrarvi dopo l'agitazione dell'acqua guariva da qualsiasi malattia fosse affetto" (Gv 5, 24). "Non solo hai sconfitto il drago grande e terribile nel tuo santuario di Chone, ma si è formato un corso d’acqua guaritrice di ogni malattia del corpo". Così canta l’inno AKATISTO a S. Michele Arcangelo della liturgia bizantina. San Michele, infine, ha il singolare privilegio di prestare l’ufficio dell’assistenza davanti al trono della Maestà Divina. Egli stesso si presentò così al vescovo Lorenzo: |
Numerose città in Europa (Jena, Andernach, Colmar) lo venerano
come santo patrono; in Italia troviamo sotto la sua protezione più
di 60 località (tra le quali i Caserta, Cuneo, Alghero, Albenga,
Vasto...). A Lui si sono affidati interi popoli come i Longobardi, e sovrani come Carlo d'Angiò, grande protettore del Santuario del Gargano, e i regnanti della dinastia dei Valois. S. Michele è anche protettore di numerose categorie di lavoratori: farmacisti, doratori, commercianti, fabbricanti di bilance, giudici, maestri di scherma, radiologi. Alla sua protezione si affidano la polizia e i paracadutisti di Francia e d'Italia. I religiosi, attuali custodi del Santuario sul Gargano, appartengono proprio alla Congregazione di San Michele Arcangelo. |