SCRITTI SOLO PER PENSARE UN PO'...

I want to know God's thoughts.... the rest are details.

Albert Einstein


La contraddizione nell'animo umano, manifesta l'intensa volontà di vivere.L'equilibrio palesa, tranquillità e sicurezza nelle proprie idee. Colui che ha il coraggio di esprimere quello che pensa, in manifesta contraddizione al pensiero della maggioranza, è un guerriero.Colui che vive nell'esempio e nella testimonianza quello che dice e scrive e pensa, è invulnerabilealle miserie umane.


 
Si sia si, No sia no. 

Quanto segue e precede sono solo sfumature poste tra il bianco e il nero. Frutto di compromessi che non ci aiutano a scorgere la verità.
Dobbiamo solo decidere da che parte stare.
La forza della Fede in un ideale, annulla ogni dubbio, il quale non riesce più ad influenzare la coscienza, che in condizioni di compromesso,  inevitabilmente urterebbe, contro le nostre debolezze, generandoci sensi di colpa.


C'è chi lotta per sopravvivere...e io vivo per lottare.
C'è chi deve lottare...e io non posso e non sono capace di farne a meno.
C'è chi vorrebbe lottare, ma non ha la forza... io non vorrei lottare e non ho la possibilità di scegliere.
C'è chi vive aggrappato solo alla speranza nella paura di soccombere.
Io, vivo nella mia grande arroganza, conscia e sprezzante nel rifiutare una vita volgare, priva di valori e di amore.
SOLO PERCHE' OGGI SCOMODI.
Chi diverso?
Chi  condannato?
Chi  costretto a vivere?
Chi più vivo?
Chi schiavo?
Chi padrone?
Loro schiavi della vita.Io, Guerriero nella vita...solo DIO per padrone.


LA DIFESA
la forza non deriva dalla capacita fisica. Deriva da una volontà indomita.

Non smettiamo mai di combattere.
Ma soprattutto, non pensiamo mai di aver vinto, perché è proprio in quell'istante, che abbassando la guardia, diventiamo vulnerabili.

 IO CHE MI REPUTO BRAVISSIMO...MI SENTO SEMPRE SECONDO AGLI ALTRI.

La guardia alta deve essere uno "stato mentale" e spirituale. Perché il nemico (il male) è sempre in agguato. Tanto più abbassiamo la guardia, tanto più offriamo al nemico la possibilità di gioire delle nostre debolezze. Anche il "riposo" non sia mai totale. La tregua totale, è solo quella eterna. Il riposo del Guerriero non esiste. Il Guerriero non riposa mai.
Il Guerriero è sempre attento ad un nuovo inevitabile attacco nemico.


Il nemico non è mai l'uomo, ma il male che alberga in esso.

Il nemico non è mai la sofferenza che ci è procurata,
che al contrario ci tempra e ci eleva spiritualmente.
Il nemico vero è la causa che ci procura la sofferenza.
Contro il male, teniamo sempre  la guardia alta.


Non confondiamo mai la causa con l'effetto.
Il male, col dolore e la sofferenza non sono sinonimi, ma contrari.
Se siamo "in spirito", sofferenza e dolore, ci aiutano solo a crescere e a capire di più gli altri.Dolore e sofferenza, sono radicati nel destino e nella natura dell'essere umano.
L'uomo nasce nella sofferenza,
vive e cresce avendo per compagna la sofferenza e spesso, molto spesso con questa compagna ci muore.
Tutti grazie a Dio, si deve passare a miglior vita, la cosa difficile è farlo con dignità.


 
 
il maestro
gesù è stato per me uno dei più grandi maestri che l'umanità abbia mai avuto.
la nobile figura di cristo, così paziente, così gentile, così piena di misericordia,che ha insegnato ai suoi seguaci a non ricambiare quando venivano insultati o percossi, ma ad offrire l'altra guancia, 
è per me l'esempio dell'esaltazionedell'uomo forte e perfetto.
-gandhi-

IL MAESTRO
Figura educativa nello sport e nella la vita.

"Fate quel che dico e non guardate ciò che faccio". perché nella debolezza riconosco il mio tormento.

 Signore, non guardare le mie azioni ma guarda le mie intenzioni.

Cerchiamo di esaminare la figura del maestro, nel mondo dello sport e più specificatamente in quello delle arti marziali e sports da combattimento, in una fase improntata sull'aspetto educativo, sul tirocinio didattico e sulla psicologia dell'insegnamento, che non sempre sono tenute nella giusta considerazione nel suo aspetto globale.
I giapponesi, più avanti di noi nello studio delle arti marziali, affermano che impiegare degli anni per trovare "il Maestro", non significa sprecare il proprio tempo.

La scelta di una guida giusta è fondamentale per la comprensione degli sports da combattimento come la kickboxing.
Qualcuno,  asserisce, che solo i giapponesi possono essere degli autentici maestri in queste discipline.
A nostro modo di vedere, sarebbe come voler affermare: che essendo il calcio nato in Inghilterra, i migliori tecnici, debbano essere necessariamente inglesi, o che per diventare monaci zen o guru yoga si debba avere il passaporto nipponico o indiano. Tutto ciò, naturalmente non ha molto senso.

Anni di esperienza e continue osservazioni mi hanno insegnato, che chiunque abbia percorso con mentalità umile e predisposta, la via degli sports da combattimento, ha maturato le conoscenze idonee per essere potenzialmente un buon maestro.

L'avere gli occhi a mandorla o essere campioni del mondo, forse potrà aiutare sensibilmente al primo impatto col discente, ma tutto ciò, alla lunga non potrà più bastare.

Essere buoni maestri, e non semplici allenatori è difficile, spesso è una dote naturale, che costa molta fatica affinare ed è negata ai più.

Il maestro, deve suscitare l'entusiasmo nei bambini, essere il loro compagno di giochi e nel frattempo il fratello maggiore che da validi consigli.

Deve ottenere la stima degli agonisti, il rispetto degli istruttori anche senza necessariamente superarli nel combattimento in palestra.
Dimostrare (se ancora fosse necessario), che si è in grado, di reggere certi tipi di allenamento e perfezionare nuove tecniche per differenziare l'unità didattica, dando così nuovi e continui stimoli atletici a coloro che pensano di essere già bravi. Deve ottenere la fiducia incondizionata degli atleti e degli istruttori più anziani in grado ed in età. Infondere fiducia a tutti, bambini e non, dimostrando che il gradino che separa la loro tecnica dalla propria è molto piccolo e facilmente superabile,
Deve saper adattare continuamente la propria didattica, alle necessità individuali ed in continua evoluzione degli atleti più eterogenei, maschi o femmine che siano, rilevandone sistematicamente le opportune differenze, sia fisiche sia psichiche sia emotivo-spirituali. In condizioni particolari, deve essere calmo ed equilibrato.Nutrire il massimo rispetto per tutto e tutti, per qualsiasi altra disciplina che non sia la sua e mettere al centro d'ogni cosa Dio.


Ma soprattutto, essere esempio, non solo quando indossa la divisa, ma anche nelle piccole quotidianità.

Non deve mai cessare mai di allenare il corpo, la mente e lo spirito, indipendentemente dall'età.
Sforzarsi di migliorare sia nella disciplina prescelta, che in qualsiasi altra forma di conoscenza, aprendosi agli altri e al mondo a 360°.
In sostanza nutrire un autenticoamore, per il "lavoro-missione" che ha scelto.

Se tutto ciò si dovesse concretizzare, si stabilirebbe fra il maestro e l'allievo, un legame di tipo emotivo-spirituale per tutta la vita, anche nella più grande lontananza fisica.

Un legame simile al processo del transfert nella psicanalisi, che consente la trasposizione inconscia dei sentimenti positivi, da parte dell'uno nei confronti dell'altro. Questo legame spirituale e sensitivo. In Giappone è chiamato "kimuchi".

Accade quindi, che l'allievo ancora in via di formazione psicosomatica, e soprattutto spirituale, come ad esempio, bambini ed adolescenti, possano assorbire molto di più dal comportamento e dall'esempio del proprio insegnante che non dalle lezioni tecniche vere e proprie che questi gli impartisce.


Soffermiamoci un solo momento a pensare se queste fragili personalità, dovessero capitare con un "maestro" non proprio tale, cosa potrebbe accadere loro.

UN ALBERO BUONO, DA FRUTTI BUONI.

  Ed è proprio dai frutti, che spesso si riconosce se la pianta è buona o cattiva, così come i figli, dalle famiglie. Qui nasce l'importanza dell'esempio, da parte degli istruttori e dei gradi superiori.Il comportamento, la frequenza, l'esempio, la testimonianza, l'ordine e la disciplina esteriore ed interiore, assumono un ruolo di primaria importanza.

E' inoltre importante far notare all'allievo, che bisogna sapersi plasmare ed adattare a secondo dell'ambiente e delle persone con le quali si comunica e che ad esempio esiste una differenza d'ambiente tra gli spogliatoi luogo ove entro certi limiti si può discutere e scherzare e la palestra, intesa unicamente come luogo di studio, lavoro e accrescimento.

E' importante che queste regole non vadano intese unicamente come dogmi inscindibili, ma che esse siano motivate e legittimate da principi d'etica, educazione e professionalità, da adottare e rispettare come "modus vivendi".



- plasmarsi ed adattarsi come l'acqua col suo contenitore -

Nella tradizione orientale, il maestro è anche colui che, più avanti di altri nello studio e nella spiritualità, si dedica gratuitamente ad aiutare il prossimo lungo la strada da lui già percorsa.

Il discepolo, dal canto suo, si deve occupare del mantenimento del maestro ed è disposto ad ogni sacrificio pur di ottenere il massimo insegnamento.

Ciò, ai nostri tempi e nella nostra civiltà, un simile atteggiamento, purtroppo apparirebbe quantomeno anacronistico.

D'altro canto oggi, senza discostarci molto dal passato, l'allievo inoltra una quota alla scuola alla quale è iscritto e tale retta rappresenta in qualche modo il compenso per il maestro.
Ciò nonostante, è importante che non si venga a stabilire un mero rapporto di dare-avere, poiché se il maestro, lo fa' davvero con amore sincero, cercherà di dare sempre il massimo di ciò che ha maturato durante il suo cammino.D'altra parte, il discente umile ed avveduto, capisce che non esiste una contropartita economica per l'arricchimento che gli è stato trasmesso.

Ciò che il maestro deve saper dare, è la componente del transfert del quale si è scritto sopra.Dovrà essere un rapporto educativo, sincero e reciproco, nella continua ricerca di veri e quanto possibile, profondi momenti d'aggregazione e d'affetto.


Sentimenti, che sulla piazza di "wall street", non possono essere quotati.

Il maestro, dovrà essere necessariamente un buono psicologo.

Osservando gli allievi, coglierà e valorizzerà in ognuno di loro quelle diversità che li contraddistinguerà nel cammino futuro e che permetterà loro se portate a profitto, di emergere positivamente nella vita quotidiana, come individui unici ed irripetibili.
ll buon maestro, deve anche sapersi offrire a tutti, non solo per la conoscenza che ha della salvaguardia e la prevenzione della salute spirituale, ma anche come vocazione culturale e filosofica, per contribuire al completo sviluppo della personalità umana, come veicolo pedagogico e scuola di vita. Se un allievo è timido, il maestro dovrà insegnargli ad avere maggior fiducia in se stesso.
Se al contrario l'allievo è irrequieto o troppo vivace, il maestro dovrà controllare e canalizzare nel modo più corretto questa aggressività e far in modo che possa essere utilizzata positivamente nei rapporti col prossimo e con l'ambiente.

NON C'E' IL "MAESTRO" DI KICKBOXING, MA L'ISTRUTTORE O L'ALLENATORE.
IL MAESTRO E' SEMPRE DI VITA.
Contratti e documenti, si scrivono sulla carta e sulla carta sono traditi.

  La parola di un Uomo è incisa sulla roccia e la roccia non può essere ne stracciata né bruciata.
Tradire il proprio onore, vuol dire prostituirsi ad una ragione più comoda.
Tradire il proprio onore, vuol dire avere paura del peso della fedeltà.
Un Uomo che tradisce il proprio onore resta vuoto.
Da solo a sprofondare nelle proprie infermità.
Non ha più nulla da donare.
Non ha più nulla su cui contare.
Non ha più nessun motivo per il quale vivere.

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